Che cos'è

La colorimetria consente di definire un modello matematico in base al quale la sensazione dei colori possa essere misurata, attraverso l’individuazione delle rispettive coordinate cartesiane.

A cosa serve?

Sull’area sottoposta a misurazione, viene poggiato l’oculare del colorimetro, lo strumento in grado di fornire un’indicazione quantitativa del colore misurato e pertanto, in grado di rilevare le differenze cromatiche impercettibili all’occhio umano. E’ possibile confrontare ad esempio, le differenze cromatiche nel tempo, di un film pittorico, protettivo o di un intonaco.La luce incorporata e il sistema di retroazione a doppio raggio garantiscono l‘illuminazione uniforme dell‘oggetto per tutte le misurazioni. I risultati della misurazione vengono visualizzati come impressioni soggettive, ma in forma numerica precisa e in diversi spazi di colore per consentire una comunicazione semplice e precisa.Il misuratore di colore si basa sulla tecnologia di microsistemi moderni e precisi ed opera secondo il metodo spettrale. Una fonte di luce definita, illumina l’oggetto e la radiazione riflessa viene misurata e rappresentata sul display digitale del misuratore.

Normative di riferimento
  • UNI 8941-1:1987 Superficie colorate. Colorimetria. Principi.
    Stabilisce i metodi per la determinazione strumentale delle coordinate tricromatiche e differenze di colore di superfici colorate, secondo le esigenze. Contiene i termini colorimetrici ed i metodi necessari per la determinazione delle coordinate tricromatiche di una superficie colorata. Chiarimenti sulla concordanza parziale con la ISO 7724/1-84.
  • UNI 8941-2:1987 Superficie colorate. Colorimetria. Misura del colore.
    Specifica il metodo per determinare le coordinate tricromatiche di superficie colorate che appaiono ad occhio nudo di colore uniforme. Le superfici luminescenti, fluorescenti o catadiottriche (per esempio, segnali stradali), trasparenti, traslucide e metallizzate, non rientrano nel campo di applicazione della presente norma. Chiarimenti sulla concordanza parziale con la ISO 7724/2-84.
  • UNI 8941-3:1987 Superficie colorate. Colorimetria. Calcolo di differenze di colore.
    Esistono molte formule per calcolare una differenza di colore a partire dalle coordinate del colore di un campione di riferimento e di uno di prova. Per varie ragioni i risultati ottenibili da ciascuna formula, inclusa quella raccomandata nella presente norma, non concordano sempre in modo soddisfacente con la percezione visiva. La CIE (commission internationale de l'eclairage) ha raccomandato nel 1976 due formule per uso generale. Una di queste, la formula cie 1976 (l*, a*, b*), denominata formula di differenza di colore cielab si e' dimostrata utile per rappresentare le valutazioni colorimetriche di superficie colorate ed e' descritta nella presente norma. Specifica un metodo per la determinazione quantitativa di piccole differenze di colore (non superiore a 6 unita') tra le superficie colorate. Viene inoltre proposta una nuova formula (unilab) che permette una maggior rapidita' di calcolo ed estende la sua validita' a tutto il campo di misura da 0 a 100 delle funzioni colorimetriche: x/xn y/yn z/zn. Chiarimenti sulla concordanza parziale con la ISO 7724/3-84.

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Per saperne di più

Lo spazio di colore L*a*b* (noto anche come CIELAB) è ampiamente usato in tutti i campi. In questo spazio di colori, L* indica la luminosità mentre a* e b* le coordinate di cromaticità.La rappresentazione grafica, mostra gli spazi di colore più importanti. Un problema di fondamentale importanza per lo sviluppo dei colorimetri, è rappresentato proprio dalla sensibilità dell’occhio umano.In biofisica, Il colore inteso come la percezione visiva, è generato da impulsi nervosi ad opera di appositi fotorecettori posti all’interno della retina. Questi, colpiti da una radiazione elettromagnetica, ad una determinata lunghezza d’onda, compresa nello spettro della luce visibile, inviano un segnale direttamente al cervello, che associa, la radiazione, al colore.Il colore di per sé, è ottenuto dalla mescolanza dei tre attributi quali tinta, luminosità e saturazione.La Tinta è il termine usato nel mondo del colore, per classificare il rosso, il giallo, il blu e tutte le possibili combinazioni. Sebbene il giallo e il rosso siano infatti, due tinte completamente diverse, combinando il giallo con il rosso si ottiene l‘arancione, combinando il giallo con il blu si ottiene il verde, combinando il blu con il rosso si ottiene il viola, e così via.In relazione alla luminosità invece, i colori possono essere suddivisi in chiari e scuri. Si consideri, ad esempio, il giallo di un limone e quello dello zafferano. Senza dubbio il giallo del limone risulterà più chiaro. Inoltre, la luminosità può essere misurata indipendentemente dalla tinta.La saturazione, è invece indicativa della brillantezza. È un attributo del tutto distinto rispetto alla tinta e alla luminosità. Per cui, tornando all’esempio del limone, questo avrà sicuramente una maggior brillanza, rispetto al giallo di una pera.

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