Che cos'è

Il monitoraggio radon è una tecnica non invasiva che permette di valutare, in modo pratico e accurato, la presenza e la concentrazione del gas radon negli ambienti.

A cosa serve?

Il monitoraggio radon prevede l’utilizzo di un dispositivo rilevatore per la misura della concentrazione del gas radon e un tempo di permanenza dello stesso all’interno della zona da analizzare. I primi risultati si ottengono dopo qualche ora di monitoraggio e vengono poi aggiornati con un valore di media a lungo termine. Misurate alte concentrazioni di radon, si impone la necessità di effettuare bonifiche nei luoghi analizzati.

Normative di riferimento
  • D.Lgs. 241/2000 "Attuazione delle direttive 89/618/Euratom, 90/641/Euratom, 92/3/Euratom e 96/29/Euratom in materia di radiazioni ionizzanti"

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Che cos’è il radon?

Il radon (222Rn) è un gas radioattivo incolore ed inodore di origine naturale. Esso è un prodotto di decadimento dell’Uranio 238 (238U), un elemento primordiale distribuito ovunque, anche se in condizione variabile, sulla crosta terrestre. A causa del suo tempo di dimezzamento relativamente “lungo” (3,8 giorni), esso tende ad allontanarsi dal materiale nel quale si è formato per poi diffondersi nel sottosuolo e nell’acqua e risalire in superficie attraverso fratture e porosità del suolo. All’aperto il radon si volatilizza rapidamente ma, in presenza di fessurazioni o crepe delle fondamenta, è in grado di insinuarsi in ambienti chiusi dove si riconcentra a causa del ricambio d’aria. Anche i materiali da costruzione ad alto contenuti di 238U, come tufi e pozzolane, rappresentano una possibile fonte di elevata concentrazione di gas radon indoor.

Perché è pericoloso il radon?

Il radon, decadendo, produce una serie di elementi radioattivi solidi che, legandosi al pulviscolo atmosferico, possono essere inalati ed irradiare il tessuto polmonare, prima di venire rimossi da processi naturali di pulizia bronchiale. Secondo una stima effettuata dall’ OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) il radon è la seconda causa, dopo il fumo, di cancro al polmone con un rischio di incidenza proporzionale alla sua concentrazione e al tempo trascorso negli ambienti dove esso è presente. Un documento emanato dal Ministero della Salute (“Linee- guida per la tutela e la promozione della salute negli ambienti confinanti” Suppl. ordinario n.252 della G.U. n.276 del 27/11/01) afferma che, in Italia, l’esposizione al radon è responsabile di un numero di casi di tumore polmonare compreso tra 1500 e 6000 per ogni anno.

Campi di utilizzo

Il D.Lgs. 241/2000 ha introdotto la valutazione ed il controllo della esposizione al radon in: luoghi di lavoro, scuole e abitazioni. Nel decreto sono individuate, altresì, alcune tipologie di luoghi di lavoro per i quali si ha l’obbligo di effettuare misure e valutazioni, ed, inoltre, viene indicato il valore di riferimento oltre il quale è prevista la bonifica (500 Bq/m3).

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