La determinazione alla resistenza alla cristallizzazione dei sali è un metodo di prova per stabilire quanto un determinato materiale è resistente allo sviluppo di sali all’interno della matrice (sviluppo di efflorescenze, sub- e criptoflorescenze saline).
La prova è specifica per le pietre naturali con una porosità aperta maggiore del 5%, ma può essere applicata a provini, opportunamente preparati, di materiali da costruzione (malte, intonaci), trattati e non trattati, sia per valutare il danno causato dalla cristallizzazione di sali sui materiali tal quali, che per valutare l’efficacia di eventuali trattamenti protettivi. Tale prova viene eseguita ai fini della progettazione e la valutazione preventiva di interventi conservativi.
- UNI EN 12370:2020 - Metodi di prova per pietre naturali - Determinazione della resistenza alla cristallizzazione dei sali
Il metodo si basa sull’immersione di provini di materiale, opportunamente ricavati, in soluzioni saline sature. Il campione viene preliminarmente essiccato e pesato fino al raggiungimento della massa costante, quindi viene completamente immerso in una soluzione di acqua deionizzata e solfato di sodio costituito da una miscela di thenarditee mirabilite , in cicli di immersione totale per tempi prestabiliti. Il campione viene rimosso, asciugato, essiccato e pesato dopo ogni ciclo. Il report d’indagine prevede la descrizione del cambiamento a livello morfologico del campione (formazione di efflorescenze saline e conseguente disgregazione), nonché la variazione della massa del provino. Per la valutazione dell’efficacia di trattamenti protettivi, la prova prevede il confronto tra il provino non trattato e quello trattato.
Una possibile variante del metodo di prova si basa sulla tipologia di assorbimento della soluzione salina, che può avvenire per capillarità, ossia ponendo una sola superficie a contatto con la soluzione salina.
